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La pietra e la luce. L’architettura gotica e la sua diffusione in Europa.

Giovedì 24 agosto 2023,

presso la Sala degli Affreschi di palazzo Toaldi a Schio, si è tenuta la seconda conferenza del percorso di quest’anno che prendeva in considerazione il viaggio delle idee, la loro influenza sulla cultura, sull’ arte o semplicemente sulla mentalità e gli stili di vita.
Queste “contaminazioni” nell’incontro di diverse culture, non sono negative come potrebbe essere la contaminazione di un agente patogeno, al contrario sono foriere di idee nuove e soluzioni talvolta sorprendenti e apprezzabili. Abbiamo scelto di parlare dello stile “gotico” – tanto disprezzato da Vasari che così lo definì in modo spregiativo – , perché ebbe inizio in Francia, e proprio nella cattedrale di St Denis, dove l’abate Suger, potentissimo personaggio del tempo, volle trasformare la sua abazia utilizzando nuove tecniche architettoniche. Così l’arco acuto, i contrafforti e gli archi rampanti permisero di alzare verso l’alto le dimensioni della navata mantenendo tuttavia la necessaria solidità e stabilità, permettendo anche di inserire delle grandi finestre istoriate da cui filtrava la luce, metafora di Dio e della sua presenza. La cattedrale diventava così, dopo il buio delle cattedrali romaniche, massicce, severe e con piccole ferritoie, un luogo inondato di luce e dei colori delle vetrate, dove l’anima poteva innalzarsi ad esperienze mistiche. Nell’arco di due secoli lo stile gotico si diffonderà in Francia e in tutt’Europa con grande successo.

La professoressa Mirella Gon ha illustrato molto bene questi concetti, ci ha proiettato le immagini delle principali cattedrali francesi, passando poi ad alcuni esempi di cattedrali spagnole, tedesche, inglesi e infine italiane, per mostrarci come lo stile gotico assumeva varianti e innovazioni con grande libertà creativa. In Italia tuttavia le caratteristiche dello stile gotico – restano comunque in secondo piano; la proporzione classica, la solidità prevalgono nelle strutture; sarà piuttosto nei pinnacoli, nelle decorazioni, nella presenza di rosoni che si utilizzerà questo stile.

Anche nel XIX° secolo si riprenderà questo stile con la nascita delle nazioni e dei nazionalismi, il ritorno alle radici per ritrovare l’identità dei popoli. Il neo-gotico sarà ancora utilizzato da scrittori (Victor Hugo – Il gobbo di notre Dame), architetti come Viollet Leduc, che restaurò Notre Dame (la flèche recentemente bruciata nel rogo e ora in restauro è opera sua), la cittadella di Carcassone; (anche se con un concetto di restauro che noi oggi deprechiamo perché fu praticamente ricostruita con aggiunte immaginate e non fedeli all’aspetto che aveva nel medioevo). La serata si è svolta davanti ad un pubblico numeroso malgrado il gran caldo; le persone attente e interessate hanno dimostrato grande apprezzamento.