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Testimonianze scuola

Giorgio – S.M.S. “F.Bassani – A. Ferrarin” Thiene (VI)

GIORGIO – classe 2^H – 21 febbraio 2011

 

Scrivi una relazione sul lavoro e la vita dei nostri emigranti a Grigny, in Francia, tra la fine dell‘800 e i primi decenni del ‘900

Giovedì 17 febbraio, noi della 2^H, sotto la supervisione della nostra prof. di Lettere, abbiamo incontrato due rappresentanti dell’ ”Associazione Schio-Grigny”.  Il motivo dell’incontro è stato il voler conoscere meglio la storia di alcuni Italiani, Vicentini, che sono andati a lavorare in Francia per la mancanza di lavoro in Italia e per la mancanza di manodopera in Francia.

Abbiamo visto una sessantina di diapositive nell’aula di informatica. Erano divise in tre parti: la prima parte spiegava che cosa lavoravano, la seconda le condizioni di lavoro e la terza i momenti di festa.

Dopo la Guerra Franco-Prussiana, Napoleone III incaricò Haussmann di ricostruire la città con la bellezza di una capitale. In guerra era caduti molti uomini francesi, la conseguenza fu poca manodopera. Perciò Haussmann assunse molti Italiani per la ricostruzione di Parigi. Perché italiani e non di altri stati? Perché gli Italiani costavano meno, erano meno esigenti ed erano abituati a fare lavori pesanti.

Gli emigrati italiani iniziarono ad estrarre la pietra molare dai terreni del sig. Picchetto, francesizzato in  Piketty. La pietra molare è la pietra usata come macina per macinare il grano. Il campo di 120 ettari era diviso in buche di 40 mq in cui i più giovani estraevano la pietra; i più anziani, ma più esperti, lavoravano e modellavano i blocchi di pietra grandi 1 metro cubo.

Il 75% della pietra estratta serviva per costruire la Metrò, cioè la metropolitana francese, e il resto per gli Champs Elysées, la strada più importante di Parigi.

Le condizioni di lavoro non erano molto buone, infatti accadevano abbastanza spesso incidenti, a volte mortali. Molto importante fu Piketty che fece lavorare meglio, e perciò di più, i lavoratori meccanizzando il lavoro di trasporto tramite chiatte, barconi trasportatori e vagoni basculanti che portavano tramite rotaie le pietre.

Fondamentale fu la costruzione di alcuni pozzi che raccoglievano l’acqua che sennò si sarebbe depositata sullo strato di argilla del terreno. Questo fatto avrebbe portato ai lavoratori l’inzupparsi delle scarpe e perciò lo star peggio.

I momenti di festa erano soprattutto i giorni di paga e le feste più importanti in cui i lavoratori spendevano una parte dei loro soldi mangiando nelle taverne. Festeggiavano anche cantando e suonando gli strumenti che sapevano suonare, tutti insieme.

Le loro abitazioni erano delle baracche, e dopo case, strutturate su due piani: sotto la cucina e una stanza in cui viveva una famiglia e sopra due stanze in cui dormivano anche 16 uomini.

Questo incontro è stato molto interessante perché ci ha spiegato la storia di alcuni Vicentini come noi.

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