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Mostra sulla Grande Borne

Presentazione 31 Agosto 2013

 

Fino agli anni ’60, sul plateau di Grigny si coltivava grano, segale, orzo, barbabietola da zucchero,  patate;  c’erano anche delle cave a cielo aperto da cui veniva estratta la pietra molare, destinata alla costruzione del metrò di Parigi e dell’acquedotto DE LA VANNE, delle riserve di caccia con pernici e lepri.

A partire dal 1967 e fino al 1971 su questo plateau viene costruito il quartiere de La Grande Borne (trad. grande cippo di confine), voluto dallo Stato per ospitare la popolazione più modesta costretta ad allontanarsi da Parigi a causa delle operazioni di rinnovamento della capitale.

Le foto che costituiscono la mostra risalgono in buona parte agli anni ’70 e a quegli anni ci riportano, quando il quartiere era stato appena realizzato.

Quale percorso ci ha proposto la mostra? Un percorso che permetta di posare lo sguardo su questo quartiere. Ecco allora sui pannelli iniziali foto aeree in bianco e nero per mostrare la zona prima dell’edificazione del quartiere. Colpisce su tutto la linea netta dell’autostrada, che separa il quartiere dal villaggio di Grigny e ne esclude qualsiasi tipo di collegamento. Attraverso le immagini successive possiamo cogliere il quartiere nel suo insieme, cosi come l’ha concepito e voluto l’architetto Emile Aillaud.

E il nostro sguardo non può, nonostante il modo innovativo di interpretare lo spazio di Aillaud, non cogliere le mancanze. Fin dai primi anni della sua realizzazione emerge la necessità e l’urgenza di inserire il quartiere nel tessuto urbano, di favorire la partecipazione degli abitanti alla vita e allo sviluppo della loro città, di lottare contro l’emarginazione attraverso lo sviluppo economico, di favorire le associazioni che giocano un ruolo fondamentale in termini di solidarietà e convivenza civile, di assicurare l’integrazione, di andare verso una visione ideale in cui legalità, democrazia, differenze, ricchezze sociali ed etniche costituiscano gli assi portanti.

L’avvenire del quartiere dipende ancora e sempre dalla partecipazione dei suoi abitanti. Fin da quando sono bambini, perché Aillaud vede nel bambino l’uomo del futuro.

Continuando il percorso della mostra, il nostro sguardo passa attraverso altri sguardi. Innanzi tutto attravero lo sguardo dell’architetto Aillaud, di cui possiamo ammirare alcuni disegni   ideativi degli spazi e degli scorci più innovatiivi del quartiere e di cui possiamo cogliere il pensiero attraverso le frasi che sono sparse sui vari pannelli.

Si trovano parole faticose e graffianti, come “vivere in una città è abitare in delle cicatrici”, parole profonde e inaspettate come “è poeticamente che l’uomo abita” o “creare un avvenimento è creare un luogo pregnante, un luogo che sia il contrario di un’abitudine, un luogo che sappia sorprendere lo sguardo.

Ed ecco allora altri sguardi, quelli di fotografi che a partire dagli anni ’70 hanno guardato la GRANDE BORNE attraverso l’obiettivo della loro macchina fotografica: Guy Fradin, Patrice Guérin, Eric Citharel, Willy Proust, André Guillemenot.

Nel 2008 la GRANDE BORNE è stata riconosciuta “Patrimonio del XX secolo” da una Commissione regionale sul patrimonio e sui siti de l’Ile de France. Un riconoscimento che mette in risalto il valore architettonico e sociale di questo quartiere, che richiama gli aspetti fondamentali e i principi ispiratori che sono alla base di queste costruzioni e invita a continuare uno sforzo di innovazione tecnica e sociale nel nome della bellezza.

 

 Vista aerea del quartiere prima della costruzione

la casa del guardiacaccia (episodio del bracconiere che chiede al parocco di prolungare la predica in cambio di una lepre) era solo il padrone Piketty che aveva diritto di cacciare sulle sue terre invitava spesso i suoi clienti piu importanti (cosi viene detto da un vecchio operaio ora deceduto in una delle interviste fatte nel 2000)

l’autostrada A6 in costruzione negli anni 50

l’acquedotto della VANNE che convoglia l’acqua potabile per Parigi

les blancs manteaux residenza costruita per i militari americani di stanza in Francia che lavoravano a Orly sloggiati da De Gaule aveva fatto scandalo all epoca…..ora abitata dai grignois

la famosa ferme neuve  di proprietà di Piketty ad una epoca assieme a tutto il terreno che appartiene ora al comune di Grigny

 

Galleria fotografica dell’inaugurazione

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